Hai fatto il seguente percorso:
vieni da "sapere in essere "; sei in "elenco autori ontologici:
Parmenide
Aristotele
Foucault
e molti... troppi altri.
L’ontologia è una favola. Comincia con “C’era una volta…” e finisce con... Essere e tempo.
Il primo inganno dell’ontologia è farti credere che sei intelligente. Dopo che ti ha convinto che sei intelligente, è più facile per lei ingannarti a suo piacere. Nella fattispecie l’ontologia ti fa bere la panzana che esista qualcosa prima del sapere, cioè l’essere, “la cosa da pensare” (das zudenkende), l'essenza a cui il pensiero si deve adeguare (adaequatio rei et intellectus). (Ma come fai a credere che ci sia qualcosa prima del sapere, se non sai già qualcosa, per esempio che non sai? Devi proprio esserti bevuto il cervello, se credi alle favole ontologiche e/o essenzialistiche).
Un’altra forma di inganno, strettamente imparentato con l’inganno ontologico, è l'inganno religioso. I preti ti fanno credere che prima del sapere esista dio. Dopo di ché in nome di dio prendono il potere e ti fanno fare quel che vogliono. Il guadagno ontologico è essere, sì, ma schiavo.
Gran parte della cura analitica, intesa come effetto di una pratica dell'ignoranza, consiste nel venire a capo di questi auto ed eteroinganni di marca ontologica. In base a una lunga pratica posso dire che l'analisi dell'inganno comincia quasi regolarmente dall'esame di questo avverbio: prima, che l'inganno filosofico declina come "trascendentalità" e l'inganno religioso come "trascendenza". L'analisi dimostra che ogni "prima" viene "dopo", cioè è una costruzione a posteriori. In termini freudiani il "prima" è una "scena primaria", per esempio, rappresenta il coito dei genitori, cioè ogni "prima" è un fantasma.